lunedì 18 aprile 2016

Irma Testa, la prima volta della boxe in rosa

"La mia qualificazione a Rio è anche un messaggio a tutte le donne: fate boxe perché fa bene e vi rende belle" 
"La boxe è uno sport femminile. Noi donne abbiamo una marcia in più su grinta e determinazione. Questo è il nostro sport."
Vi presento Irma Testa from Torre Annunziata, classe 1997 e prima azzurra nella storia ad ottenere il pass per i Giochi Olimpici. Il suo soprannome è Butterfly
"Sul ring seguo una strada tutta mia, sono aggressiva ma non cerco la violenza, punto di più sulla tecnica e la velocità: ecco perchè mi chiamano butterfly."

Il pass olimpico arriva dalla Turchia e precisamente da Samsun dove la prima a crederci era proprio lei che al Corriere dello Sport dichiara: 
"Ci credevo, perché negarlo? Ora devo soltanto abituarmi all'idea di aver realizzato la prima parte del mio percorso."

Solo la prima parte...già, perché  l'obiettivo è di andare in Brasile a vincere una medaglia. Lei ci crede e ci credono anche e sopratutto i suoi coach Lucio e Biagi Zurlo che l'hanno vista crescere nella loro Boxe Vesuviana dove 6 anni fa iniziò il suo percorso nella boxe.

La ragazza ha stoffa ed i risultati arrivano subito a livello giovanile con diverse medaglie a livello europeo e mondiale. Considerando i risultati gli addetti ai lavori la considerano il miglior talento Under 20 in circolazione.

Prima di Rio 2016 l'attende un altro esame molto importante però:
"Ho due obiettivi: prima mi diplomo e poi vado a Rio" 

Fin dalla tenera età di 2 anni si dichiara tifosa juventina pur essendo campana, ma non può esimersi dall'avere come idolo un napoletano doc: Lorenzo Insigne. I suoi modelli sportivi sono Valentina Vezzali e Federica Pellegrini, due donne che hanno dato tanto allo sport femminile italiano.

Buona fortuna per la maturità e per Rio cara Irma. Concludendo questo post con una tua dichiarazione, che spiega cos'è il pugilato per te e per chiunque abbia provato a mettere quei guantoni anche solo per qualche settimana.

Giornalista Corriere dello Sport riferito alla boxe: 
"Scuola di vita, si dice" 
Irma Testa: 
"Lo è. Insegna le regole, impari a batterti. Come dice Charlie Chaplin, a perdere con classe e vincere osando, perché il mondo appartiene a chi osa."


SimuMoce 

Fonti: 
Corriere dello Sport http://www.corriere.it/sport/16_aprile_16/boxe-irma-testa-farfalla-ring-si-ispira-chaplin-a-rio-il-podio-d5b3ef04-0342-11e6-8461-f1f7219be504.shtml
Gazzeta dello Sport Sabato 16 Aprile 2016

venerdì 15 aprile 2016

Moviola o non moviola, questo è il problema..


E’ di ieri la clamorosa notizia dell’inizio delle sperimentazioni di moviola in campo per il calcio a partire dalla stagione 2016/2017.

L’IFAB ha selezionato la federazione italiana giuoco calcio insieme ad altre federazioni nazionali per sperimentare il Video Assistant Referee (VAR) allias moviola in campo. Una coppia di arbitri speciali, davanti ad un monitor (in una stanza segreta uhhh) potrà intervenire sulle decisioni arbitrali dopo avere visionato al rallentatore e con angolazioni differenti l’azione incriminata. Nella prima fase riguardante la prossima stagione la sperimentazione sarà offline (funzionerà come prova diciamo) con la speranza di testarla LIVE già dalla stagione seguente 2017/2018.

Le infrazioni da disciplinare saranno l’ormai testato goal/no goal, i calci di rigore, le espulsioni e i calci di rigore. Il VAR potrà richiamare l’arbitro, oppure potrà essere l’arbitro stesso a chiedere aiuto al VAR

Il mio punto di vista

Sono assolutamente d’accordo con l’introduzione della tecnologia in campo come aiuto all’arbitro e non come sostituzione dello stesso. Credo che la soluzione “non regolamentata” porti confusione e il rischio di usare il VAR sempre potrebbe essere contro producente. La mia idea è quella di utilizzare una regola già usata in tantissimi sport, il cosiddetto CHALLENGE. Ogni squadra ha a disposizione un numero di chiamate (per esempio 2 a tempo) nel caso valutasse che l’arbitro non abbia preso la giusta decisione riguardo ad un’azione di gioco. Con questo sistema non viene sminuito il ruolo dell’arbitro e la tecnologia funge da aiuto all’arbitro, non come sostituta. Credo inoltre che prima di questo sia necessario insegnare una cultura sportiva nei confronti dei giudici di gara, assai poco diffusa nel nostro paese. Immaginatevi l’arbitro che deve visionare un filmato personalmente a bordo campo con un capannello di giocatori/belve infuriate intorno. Impossible. Allora ben venga la moviola come aiuto e ben venga la cultura sportiva per un giudice che deve essere messo nelle condizioni di potere operare serenamente (fallo tecnico nel basket docet).

SimuMoce

mercoledì 13 aprile 2016

Buona fortuna mio odiato idolo!

Mai avrei pensato che saresti diventato ciò che sei.

Ricordo ancora quando il giovane Kobe conquistava trofei e approvazioni insieme al mio vero idolo NBA Shaquille O’neill. Una coppia che se non fosse scoppiata probabilmente avrebbe dominato per un decennio. Assortiti, così diversi ma così complementari tra di loro, una forza della natura ed un atleta che impersonava il basket indossando la maglia n°8 (poi 24).
Funzionava tutto bene, poi cominciai ad odiarti, perché i vostri screzi e le vostre litigate finirono col rovinare tutto. La situazione divenne critica nella stagione 2003/2004 con Kobe accusato di stupro e Shaq in scadenza di contratto. I due si punzecchiarono pubblicamente, fino a quel famoso momento riportato anche nel libro di O’neill in cui Shaq arrivò a dire “ io ti uccido”. La stagione si concluse con la vittoria dei Detroit Pistons che si imposero 4a1 proprio sui Lakers e quella fu l’ultima finale da Laker per Shaquille O’neill.
Alla fine di quella stagione Shaq è passato a Miami e questo non te l’ho mai perdonato Kobe, anche se non ho mai smesso di tifare Lakers. Odiavo di te la tua supponenza, il tuo volere avere sempre l’ultimo tiro a qualsiasi costo, il tuo ego smisurato, ma col tempo la tua classe ed il tuo essere il migliore mi ha fatto “digerire” lo sgarbo per Shaq. Il tuo gioco meraviglioso, la serata degli 81 punti, la tua leadership, sei diventato un idolo cestistico, un odiato idolo cestistico, con quel neo a forma di 34 che mi ricorderà sempre l’addio di Shaq. Sei diventato il Laker n°1 della storia distruggendo ogni sorta di record ed è probabilmente questo il motivo per cui ti stimo, perché sei stato il miglior giocatore della mia squadra, il migliore di sempre, perché hai portato in alto quel nome insieme al tuo. Per 20 anni.
Sono felice che ora i vostri rapporti siano buoni e so che il tempo spesso leviga gli spigoli e fa risolvere anche le problematiche che sembrano più difficil
It's time for u to take it all in... sit back, relax & enjoy all that u have built. Love u lil bro @kobebryant - Shaq
Oggi tutti ti amano, anche quelli che fino ad un anno fa sputavano sentenze sulla tua fine. Sei uno di quei giocatori che ha milioni di fan, ma anche milioni di haters (fino a ieri). O ti si ama o ti si odia e quando i due sentimenti si fondono non può che nascere una figura strana, astratta e contraddittoria. Un odiato idolo.
SimuMoce

giovedì 17 marzo 2016

Peter Fill è storia!

Il 16/03/2016 si è scritta la storia dello sci alpino italiano. Peter Fill da Bressanone, classe '82 riesce nell'impresa di vincere la coppa del mondo di specialità riguardante la Discesa Libera (DH DownHill). Un'impresa che neanche il talentuoso Ghedina riuscì a compiere, è Fill il primo italiano a scrivere il suo nome in questo speciale albo d'oro.
Ma come è arrivata questa conquista? Sicuramente con la costanza di rendimento e non con alti e bassi clamorosi e poi un pizzico di fortuna che non guasta mai. Se avete voglia di continuare a leggere riassumiamo tappa per tappa le 8 prove di Fill che lo hanno portato in cima alla classifica mondiale.
Parte bene Fill che il 28/11/15 a Lake Louise (CAN) chiude 2° dietro ad uno strepitoso Svindal (NOR).
La seconda e la terza gara si disputano in Italia, in Val Gardena e a S.Caterina Valfurvia. Svindal conquista ancora una vittoria in Val Gardena, mentre Fill chiude 4°. S.Caterina Valfurvia segna invece uno stop, perchè il nostro connazionale scivola e finisce fuori dai 30: vince Theaux (FRA).
il 16/01/16 si scia a Wengen (SUI) dove Svindal infila il tris e il nostro Fill chiude solo 9°. Alla fine di questa gara la TOP5 di specialità è la seguente 1) Aksel Lund Svindal (436) 2) Guillermo Fayed (228) 3) Hannes Reichelt (228) 4) Kjetil Jansrud (195) 5) Adrien Theaux (192), di Peter Fill neanche l'ombra.
Ma lo Sliding Doors della stagione sta arrivando, è dietro l'angolo, è sulla pista storica, dove una vittoria vale quanto una coppa, è in Austria sulla pista di Kitzbuel.
Svindal scivola e cade rovinosamente, stagione finita per lui, Fill invece trionfa disputando una manche perfetta! La rimonta è partita.
Dopo le gare di Garmish (GER) 11° posto e Jeonseong (KOR) 4° posto la TOP5 è molto diversa e sorride all'atleta italiano 1) Aksel Lund Svindal (436) 2) Peter Fill (365) 3) Kjetil Jansrud (327) 4) Adrien Theaux (301) 5) Guillermo Fayed (273).
Il 20 Febbraio a Chamonix conclude la gara ancora con un ottimo quinto piazzamento, ma proprio in Norvegia due settimane dopo arriverà la gioia del sorpasso alla penultima gara.
Siamo a Kvitfjell e a Fill basta il piazzamente n°11 per superare Svindal è portarsi in testa alla classifica di specialità. Ora l'insidia maggiore arriva dal connazionale Dominik Paris che ha vinto le ultime due gare in Francia e Norvegia ricandidandosi prepotentemente. Il podio è questo ad una gara dalla fine 1) Peter Fill (436) 2) Aksel Lund Svindal (436) 3) Dominik Paris (432).
E' il 16/03/16 e siamo a St.Moritz (SUI). Dominik Paris cade nella ricognizione e decide comunque di scendere in gara chiudendo però 19° fuori dai punti. Fill è l'ultimo a scendere, la tensione è tanta e ad ogni intertempo il ritardo aumenta sempre di più. Al fondo il megaschermo indica il 10° tempo. Peter si guarda intorno fino ad incrociare uno sguardo amico, uno sguardo che pur senza parlare gli dice:" Ce l'hai fatta! La coppa è tua! Hai fatto la storia PETER" Quello è lo stesso sguardo di tutti noi che eravamo davanti allo schermo o che abbiamo saputo il risultato da Facebook o che eravamo in Svizzera con lui. Lo sguardo da italiani orgogliosi di questo ragazzo che la costanza e la fortuna hanno premiato. La classifica TOP5 all'ultima gara sarà la seguente
1 Peter Fill Italia 462
2 Aksel Lund Svindal Norvegia 436
3 Dominik Paris Italia 432
4 Kjetil Jansrud Norvegia 432
5 Beat Feuz Svizzera 414
Complimenti Peter Fill!

mercoledì 16 marzo 2016

Leicester - C'è da scommetterci!

Questi quattro simpatici signori che vedete in foto hanno immortalato quella che può essere definita "La scommessa del secolo". Il Leicester Campione d'Inghiltera quotato 1:5000 (10£ ---> 50.000£). Ora la loro vita magari non cambierà grazie alla probabile vincita, ma di certo vivere con 50.000 £ in più in tasca non è male.

Quello che voglio riportarvi però è la notizia del Sun, poi ripresa dalla Gazzetta dello Sport riguardo all'accordo proposto dall'agenzia di scommesse Ladbrokes ai quattro ragazzi.
La proposta è di quelle schok! Circa 25.000£ (circa 32.000€) per incassare subito la vincita e rinunciare alle 50.000£ che si assicurerebbero qualora il Leicester vincesse il campionato.
Uno di loro non ha retto e lo scorso mese ha portato a casa 29.000£ accettando l'offerta della Ladbrokes. Gli altri tre "eroi" tengono duro da veri tifosi e puntano al colpo della vita. Solo il tempo dirà chi ha fatto la scelta migliore. 
E voi cosa avreste fatto?

domenica 13 marzo 2016

"Toglietevi quella maglia!" - Follia!


Ricordate cosa successe nell'Aprile 2012 a Genova nello stadio Marassi? I tifosi genoani "chiesero" ai giocatori di levarsi la maglietta perché ritenuti non degni di portarla. La stessa cosa è successa ieri ad Hannover in seguito alla sconfitta della squadra di casa con il Colonia. 
Questa per me è follia, una roba assolutamente insensata, credo che da professionista mai e poi mai accetterei di togliermi la maglia con la quale ho sudato e combattuto. Soprattutto se a chiedermelo è un gruppo di teppisti, non tifosi, perché per me quello non è tifo. Spiegami tifoso con che qualifica ti permetti di minacciare e di obbligare dei calciatori ad umiliarsi in quel modo, E' come se in un ristorante un gruppo di clienti chiedesse alla cucina di togliersi il grembiule ed il cappello perché ritengono che non si siano impegnati ed abbiano cucinato da schifo (in base a quali grandi competenze poi?) e questi eseguissero! Ripeto: follia!
Esiste una società, un capo, che valuta il lavoro della sua squadra, del suo team; è la società che investe e che è la prima a pretendere massimo impegno ed è l'unica che al limite può decidere di "cacciare" un giocatore o un allenatore, non certo dei tifosi.
Se il calcio è ostaggio di questi personaggi e gli attori del gioco di questo teatrino acconsentono a farsi umiliare obbedendo a queste folli richieste siamo destinati al peggio. Onore a Sebastien Frey che in quell'Aprile del 2012 si rifiutò di togliersi la maglia dicendo: " No, questa maglia è mia, mia! Non vostra!"

sabato 12 marzo 2016

Il sei nazioni è davvero un palcoscenico favorevole all'Italrugby?

Oggi abbiamo assistito all'ennesima sconfitta della nostra Italia del rugby nel Trofeo Sei Nazioni, il più importante torneo internazionale dell'emisfero Nord di questo sport. La batosta oggi arriva dall'Irlanda che ci sconfigge 58-15 e che ci fa avvicinare nuovamente all'ormai famoso per noi Wooded Spoon (cucchiaio di legno) che spetta all'ultimo in classifica e all'umiliante Whitewash (andata in bianco) dedicata a chi non riesce a vincere neanche una partita. Dai più questo ultimo "riconoscimento" viene erroneamente associato al cucchiaio di legno, ma purtroppo per noi è decisamente peggiore!

Allora prima di commentare ho pensato, mi vado a vedere due dati statistici, perché a me sembra che qua si faccia la parte dell'agnello nella tana dei lupi ed infatti non mi sbagliavo...
L'italia partecipa al 6 Nazioni (allargato a sei proprio grazie al nostro ingresso) dal 2000 ed in 16 edizioni non abbiamo mai vinto e ci sta, ma abbiamo collezionato 10 Cucchiai di Legno e 5 Whitewash, un bottino non entusiasmante a dir poco.


Le domande che mi sorgono spontanee sono queste: ma noi che ci stiamo a fare lì? A vincere una partita ogni tanto con la Scozia e poi prenderci scoppole? Il movimento italiano ha davvero bisogno di queste esperienze per crescere o sarebbe meglio mollare momentaneamente e trovare nuove alternative?
Lascio a voi le risposte, sopratutto a chi di rugby ne capisce più di me e può illuminarmi.